Francesca Pacini
Leggere e scrivere fanno bene alla salute. E non hanno effetti collaterali.

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LA PRIMA FOTOGRAFIA DI HITLER

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E chi è Questo pupo in vestina?

Ma è Adolfino, il figlio dei signori Hitler!

Diventerà forse un dottore in legge

o un tenore dell’opera di Vienna?


 

Di chi è questa manina, di chi, e gli occhietti, il nasino?

Di chi è il pancino pieno di latte,  ancora non si sa:

d’un tipografo, d’un mercante, di un prete?

Dove andranno queste buffe gambette, dove?

Al giardinetto, a scuola, in uffcio, alle nozze

magari con la figlia del sindaco?

bebè, angeluccio, tesoruccio, piccolo raggio,

quando un anno fa veniva al mondo

non mancavano segni nel cielo e sulla terra:

un sole primaverile, gerani alle finestre,

musica d’organetto nel cortile,

un fausto presagio nella carta velina rosa,

prima del parto un sogno profetico della madre:

se sogni un colombo, è una lieta novella

se lo acchiappi, giungerà chi hai a lungo atteso.

Toc toc, chi è, è il cuoricino di Adolfino.

Ciucciotto, pannolino, bavaglio, sonaglio,

il bimbetto, lodando Iddio e toccando ferro, è sano,

somiglia ai genitori, al gattino nel cesto,

ai bambini di tutti gli album di famiglia.

Bè, adesso non piangeremo mica,

il fotografo farà clic sotto la tela nera.

Atelier Klinger, Grabenstrasse Braunau,

e Braunau è una cittadina piccola, ma digniotosa,

ditte solide, vicini dabbene,

profumo di torta e di sapone da bucato.

Non si sentono cani ululare né i passi del destino.

L’insegnante di storia allenta il colletto

e sbadiglia sui quaderni.

(Wislawa Szymborska)

 

Di sicuro Hitler è stato bambino. Difficile, però, immaginarlo. La Szymborska, come sempre, ci regala parole guizzanti, che pulsano di ironia. Chissà che è successo, a Hitler, da piccolo. Forse gli hanno portato via il giocattolo preferito (doveva essere un bambino scuro scuro, scommetto). O, forse, un ebreo lo ha morso mentre andava sull’altalena.

Qualcosa a un certo punto sio è "inceppato". Ma non ho mai voluto approfondire la sua piscologia. So solo che l’intelligenza può essere luciferina.

E comunque non riesco a immaginarlo, Hitler in erba.

Però è stato un bambino, anche lui. Avrà pianto e strillato e gridato e sorriso. Chissà quando la scintilla nei suoi occhi si è accesa di follia. Ma è accaduto.

 

 A volte sento dire" Ma tutto sommato non era così male, amava i cani". Che idiozia. Come se amare gli animali ci sollevasse dal peso di ogni colpa e di ogni rimorso. Conosco persone stupide, egoiste, arroganti che amano moltissimo i loro compagni a quattro zampe. E anche Hitler, sì, li amava. Molto.  Lui, di cani, ne ha avuti tanti intorno. E non erano tutti così pelosi, e nemmeno abbaiavano. Parlavano.