Ecco, ho compreso il senso dell’arte della spada.
La prima conquista dell’arte della spada è l’unità tra l’uomo e la spada. Quando la spada è nell’uomo e l’uomo nella spada anche un filo d’erba è un’arma affilata.
La seconda conquista è che la spada è assente nella sua mano ma è presente nel suo cuore. Anche a mani nude egli può battere il proprio avversario, perfino a 100 passi da lui.
La conquista finale dell’arte della spada è l’assenza della spada nella mano e nel cuore. La mente aperta contiene tutto. L’uomo di spada è in pace col mondo. Egli non uccide e porta la pace all’umanità.
(dal film Hero di Zhang Ymou)
Non riesco a scrivere, almeno per ora, di questo film che mi ha commosso e turbato.
Spacciato come un film di arti marziali, è in realtà una storia sapiente e raffinata che narra del percorso spirituale.
Ricco di un simbolismo difficile (ci sono cinque versioni di una stessa storia, contrassegnate dai cinque colori degli elementi cinesi, Acqua, Metallo, Fuoco, terra e Legno) che comprende la mitologia, l’alchimia e la via binomiale in cui Uomo e Donna incarnano l’Unione Cosmica, Hero è sublime. Semplicemente.
Mentre lo guardavo, spesso sono rimasta con le labbra aperte in segno di stupore e gli occhi pieni di lacrime. Perchè Bellezza e Armonia non possono non sorprendere.
Non mi va di scrivere oltre, consiglio solo di guardarlo. Hero ammette poche parole e tanto silenzio.
Ricordo solo, qui, la meraviglia di queste parole sull’arte della spada. Che, intesa nel suo valore più sottile, è una lama che taglia l’illusione dell’essere (sono venuto a portare la spada, dice anche Cristo, e il senso figurativo è sempre più importante di quello letterario).
Perché alla fine, per chi comprende, non esiste più neanche la spada. E non esiste più nemmeno l’uomo.
Perché tutto è, sotto un unico Cielo, (come ricorda il dialogo fra L’Imperatore e Senza Nome) .
Sotto un unico Cielo.