Francesca Pacini
Leggere e scrivere fanno bene alla salute. E non hanno effetti collaterali.

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IN PIEDI

 

 

Ieri la lezione di yoga era basata sulla percezione dei piedi. Entusiasmante, Non facciamo mai abbastanza caso a queste piccole ma significative terminazioni che ci permettono di stare eretti, camminare…

Piccoli, grandi piedi. Sono le radici del nostro albero. A volte li strizziamo in scarpe scomode, li obblighiamo a soffocare ogni inverno finché, d’estate, tornano liberi e leggeri a volare sui sandali.

Vero oggetto di desiderio sessuale per alcuni, il piede nasconde molti segreti sulla persona. Un po’ come la mano. Ci racconta "chi è". Ditoni lunghi, armonici, affusolati o cicciotti. Piedi leggeri o pesanti, pudici o invadenti.

Averli belli è certo un lusso: nelle serate estive si decorano di lacci e pietruzze che ne esaltano le armonie.

Altri piedi, invece, sembrano davvero zampe…

Anni fa mi ruppi il mignolo del piede destro. Mi ricordo lo stupore nel notare come quella piccola striscia di pelle e carne all’estremità della mia gamba fosse necessaria nel sostenermi.Quel minuscolo mignolino aveva la forza di una montagna. Un mese stesa sul letto o a zoppicare con le stampelle, senza di lui.

Ieri, durante la lezione, abbiamo praticato un massaggio ai piedi cercandone l’ascolto. Molto interessante. Quante zone doloranti, altre piacevoli di toccare (come accade durante una seduta di riflessologia plantare), altre "dimenticate".

Poi, durante le posizioni, abbiamo cercato di mantenere la consapevolezza sul piede, invece di stare solitamente sulla testa, come accade un po’ a tutti noi.

Scendere in basso è davvero interessante.

E poi ci avvicina alla terra, quella terra da cui prendiamo energia (ricordo un tizio che parlava di macrobiotica e suggeriva di non portare scarpe di gomma in quanto isolanti, e senza scivolare nel new age alcune teorie sono davvero stimolanti).

Com’è bello, d’estate, camminare scalzi sulla riva. Di fatto, io odio ciabatte e affini, quindi anche a casa sto sempre scalza, complice il parquet. Perfino in terrazzo vado scalza (rientrando con i piedi…neri, augh).

Sì, la scarpa ci sottrae davvero qualcosa.

Tanti anni fa, un pomeriggio, ricordo che me le tolsi provando a camminare scalza nel centro storico di Senigallia, dove vivevo. Non facile sui sanpietrini. E un po’ "zozzo", certo.

Ma i piedi registravano tutto, erano attenti, presenti.

Ovviamente l’ideale è farlo sull’erba o sulla sabbia.

Io, quando posso, lo faccio.

E i miei piedini mi ringraziano.