Francesca Pacini
Leggere e scrivere fanno bene alla salute. E non hanno effetti collaterali.

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NUOVE MODE: IL RESTYLING DEL MONTE DI VENERE

 

 

 

Accidenti. E’ proprio vero. Mi leggo tutto l’articolo pubblicato su Repubblica di mercoledì 16 aprile. Sì. Sì.

Tutto confermato, come minacciato dal titolo: "La plastica è di moda proprio lì". Esatto, "lì".

Pare che oggi, stufe di infilare due canotti dentro i seni, di paralizzare la faccia con un veleno, di tendere strirare e appiattire le rughe, di sollevare il deretano, di gonfiarsi le labbra e rifarsi perfino i capelli, le donne si siano rivolte…"lì".

Ecco che allora la vagina, simbolo del mistero femminile, porta di accesso per la creazione, grotta nascosta che ogni mese rinnova l’enigma del sangue, diventa luogo privilegiato per le ispezioni dei chirurghi, pronti a migliorarne l’estetica.

Liposuzione del pube per le ciccione, ridimensionamento delle grandi labbra se troppo scese, rinfoltimento dei peli, iniezioni di acido iarulonico sulla clitoride.

Al Villa Borghese Institute di Roma (zona Parioli, e ti pareva?) non scherzano mica.

Ti fanno un trattamento coi fiocchi.

E pare che le donne dai 35 ai 55 anni accorrano in massa. Lo conferma anche il direttore, Marco Gasparotti, che gongola: "Ai Parioli in nove mesi sono stati effettuati 150 interventi del genere. Donne che, magari dopo aver fatto un lifting del viso, decidono di ringiovanire nelle aprti più intime che, col passare del tempo, hanno perso tono. E’ un tipo di operazione semplice, in anestesia locale, un giorno di degenza in clinica e si va via".

Cade così l’ultima frontiera del pudore. Frana così, però, anche il buon senso.

Andare in giro con la vagina rifatta è segno di circoncisione dell’intelligenza.

Io non so più se ridere o piangere. Lo dico davvero.

Ma che pena, queste donne del terzo millennio che fanno la fila dai nuovi sacerdoti in camice bianco (perché i chirurghi plastici sono così) che celebrano la liturgia della Giovinezza.

Altro che elisir di lunga vita.

Sì, certo, "la vagina è mia e ci faccio quello che voglio". Ma non sarebbe meglio, allora, che fosse data in adozione a qualcuno? Che ne so, magari affidate a una casa famiglia per vagine sottratte a proprietari incapaci.

Perchè davvero, il monte di Venere era bello quando era…un monte, appunto. E non la collinetta potata e coltivata e strigliata a cui l’abbiamo ridotta.