Natale nero. Immediatamente si pensa alla crisi della finanzia internazionale, al crollo dei consumi, alla sfiducia nel comsumo.
Io però qui mi riferisco invece al Natale -in-nero, di molti venditori.
Questi giorni mi sono aggirata per negozi e mercatini, spesso senza comprare nulla, altre volte con qualche pensierino (ma direi più un punto e virgola che un pensiero…non sono in vena di feste, questi giorni).
Tutti, dico tutti, hanno incassato senza presentare uno straccio di scontrino. Neanche un pezzettino di carta, a parte il biglietto da visita consegnato insieme a un sorriso da padella.
Non so voi, ma io da quando faccio parte del popolo della Partita Iva faccio molta più attenzione a questo fatto, perché quanto incasso con il mio lavoro viene strapazzato da tasse e frenetici giri di Iva che mi fanno venire il mal di mare.
Non solo gli imbianchini, gli idraulici, i tecnici informatici (o di qualunque altra area, basta che siano…tecnici chiamati per interventi), ma anche i negozianti mostrano una bella faccia tosta, con buona pace delle incursioni fiscali.
Io non ne posso più.
Ma perchè non passa mai una bel vigile quando esco da uno di questi negozi??
Così, per par condicio…
E invece l’Italia deve continuare a essere un paese diviso in due, diviso fra chi paga le tasse e chi non le paga.
Ma porca miseria, è così difficile pensare di applicare anche qui il modello americano, quello che fa scaricare ai cittadini ogni spesa, dalla crema per i punti neri alla salsa di noccioline?
Così i cittadini sarebbero assai più interessati a ricevere i loro scontrini. E non sentirebbero sempre quella stramaledetta pressione che ogni volta chiama in causa la tua coscienza, quando ti dicono fra l’ammiccante e il minaccioso: "serve per caso lo scontrino/fattura?" E tu, come un pirla: "ma nooooo si figuri…" perché preferisci pagare un 20% in meno. A volte, poi, non ti tolgono nemmeno quel 20%. E intanto sai che incrementi il divario fra i "paganti" e gli evasori.
Ne avevamo già parlato, nel blog. Ma non mi ero mai resa conto di quanto ci marciassero anche molti fra i negozianti (i mercatini, poi, sono vere associazioni a evadere).
Tutte le volte che mi sono impuntata per avere il mio scontrino fiscale mi hanno guardato scandalizzati, manco avessi avuto la lettera scarlatta stampata in fronte.
Vorrei più onesta. Più democrazia. Quella vera, non quella di comodo.
Vorrei che il pagare le tasse fosse uguale per tutti. Anche il non pagarle, intendiamoci (Babbo Natale mi fai questo regalo?) Ma che almeno valesse per tutti.
E tuttavia non c’è mai qualcosa che vale per tutti, tranne la morte.
Così molti commercianti continuano a intascare e a evadere. Buon Natale, per loro. Magari cantano "E’ Natale è Natale si può evader di piùùùùù"
Del resto, come non capire il fatto di non voler pagare le tasse a uno stato che chiede quote bestiali per poi riservarci la mondezza in cui ci troviamo (mondezza di destra e di sinistra, con raccolta indifferenziata)… Comprensibilissimo. Per carità.
Così, però, si crea un dislivello, un’altra ingiustizia da gettare nel mucchio già bello pieno.
E allora mettiamoci d’accordo.
Io propongo un’altra canzoncina natalizia:
"Pago anch’io. Sì tu sì"
Oppure, ancora meglio, scriviamo a Babbo natale chiedendo meno tasse per tutti ma anche meno evasioni per tutti.
Però mi sa tanto che Babbo Natale sa fare i regali ma non i miracoli.