Francesca Pacini
Leggere e scrivere fanno bene alla salute. E non hanno effetti collaterali.

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QUESTIONE DI GUSTI

 

Le immagini su questo blog saranno assenti fino alla prossima settimana.

 

Mentre la padrona del blog attendeva il suo turno per la visita dal medico  (a causa di una bronchite che le ha devastato le vacanze natalizie), sfogliando un numero della rivista Geo si è imbattuta in un dossier sulle popolazioni antiche. Benissimo, molto interessante. Il numero è quello del 6 giugno 2006.

A un certo punto, uno spazio radunava notizie sugli usi e i costumi dei maya.

Bambini – Strabico è bello

Se pensate che i vostri genitori siano "crudeli", non sapete cosa succedeva ai bambini maya: appena nati fasciavano loro la testa fra due assi per schiacciare il cranio fino a fargli assumere la forma di una pannocchia. Poi appendevano una pallina davanti agli occhi per farli diventare strabici. Così secondo loro sarebbero diventati più belli, simili agli dèi. E se disubbidivano, c’era la frusta con le ortiche.

Bellezza – Un sorriso speciale

Una bella ragazza maya doveva avere il cranio allungato, il naso aquilino, gli occhi storti e il labbro inferiore cascante. E per essere ancora più bella doveva limarsi i denti e impiantarvi vezzosi pezzi di conchiglia. Se eri nato nano, invece, venivi ricevuto a corte con tutti gli onori: infatti i maya erano convinti che dentro il suo piccolo corpo si nascondesse un dio.

Beh, si sa, de gustibus. I canoni greci non sono universali.

Le notizie sopra riportate rimangono  buffe, folkloristiche, ma hanno lo stesso sapore di una sagra del vino fatta con l’acqua.

I contesti rimangono fondamentali; non basta estrapolare qualche "mistero buffo", come direbbe Fo (che oggi ha perso parecchio smalto, sarà colpa del Nobel…) per fare notizia.

E dire che Geo ha pretese scientifiche, seriosissime. Mica è come quei birbanti di Focus, smaliziati, sempre pronti a una confezione per pronto uso, sempre aperti alle "fast news"commerciali.

E tuttavia  non si può affrontare un popolo arcaico senza accennare ai suoi miti della creazione, da cui derivano una serie di abitudini e costumi sociali (del resto, anche noi giriamo con una foglia di fico perché figli di Eva…).

Per questo la padrona del blog, pur apprezzando l’incursione piacevole (ma tanto superficiale), invita chi apprezza i maya o è curioso di conoscere meglio questa straordinaria popolazione a leggere il Popol Vuh.

E’ la leggenda delle origini, in cui l’alba degli dèi intersecò il tempo degli uomini. Tempo circolare, in quel mondo lontano. Tempo mitico, in cui ancora non si era scritta la Storia.

Comunque, per tornare alle "bellezze" maya o allo strabismo infantile, è sempre interessante osservare il relativismo di ciò che consideriamo assoluto. In fondo, la bellezza vera, autentica, è nella diversità, non nell’omologazione (infatti siamo un popolo di pecore truccate, tirate e botulinizzate, convinte di essere… volpi).  Una bellezza che deriva anche dai codici che ispirano – in ogni popolo – un senso estetico particolare.

La bellezza globale, oggi, è solo frutto di una comunicazione massiccia che ha imposto alcuni canoni che alla fine hanno prevalso su altri, e così finiamo per vedere quelle povere, ridicole  giapponesi con i capelli color carota ammuffita, o le donne africane coi ricci piallati da un ferro da stiro, "colpiti" dal sole ossigenato dei parrucchieri.

Per non parlare delle nonne ragazzine (ricordate l’immagine orripilante quanto profetica di Brazil, con la vegliarda tutta strizzata?) o dei vitelloni imbracati nelle pancere cancella-ciccia.

Il Centro Estetico dell’Era Globale prevede per tutte gli ombelichini di Britney Spears o le eleganze di Sofia Loren (o meglio, la sindone plastica di ciò che fu la Loren), i capelli griffati L’Oreal o le lozioni per rinfoltire la pista della Malpensa targati Testanera for Man.

E resistono invece, altrove, le donne con i colli alla Modigliani su cui stanno infilate, come perle su un filo, le loro collane d’argento, o quelle con gli orecchini intubati alle labbra.

Perché, per fortuna, la bellezza non è sempre uguale. E in alcuni luoghi nasce da tradizioni diverse.

Comunque, tornando ai gusti maya, c’è da dire che se ne sarebbero giovati alcuni personaggi nostrani, almeno per quanto riguarda i privilegi delle strabiche e dei nani.

Chi sono, questi personaggi?

La Annunziata e  Berlusconi…