Francesca Pacini
Leggere e scrivere fanno bene alla salute. E non hanno effetti collaterali.

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LA SCRITTURA CRETINA

 

Come funghetti velenosi, negli ultimi dieci anni sono spuntati – pressoché ovunque in Italia – corsi e seminari sulla "scrittura creativa". In futuro si organizzerà forse una facoltà universitaria? Laureato in scrittura creativa…mmh, non suona poi male.

Che significa, però, questa benedetta scrittura "creativa"? Spiegatecelo, illuminate la nostra arretratezza culturale.

Secondo i nostro modesti neuroni, l’atto di scrivere, a voler essere proprio pignoli, è già di per sé creazione, qualunque cosa si scriva, è creazione in quanto si dà forma a qualcosa che prima era inesistente.

Allora, in questo senso, anche la casalinga che fa la lista della spesa scegliendo la pera al posto della mela, o accostando lo zucchero al pangrattato, è in un certo senso creativa. Non è come scrivere un romanzo, va bene, e un vigile che compila una multa non avrà la fantasia di un pubblicitario che inventa uno slogan…ma questo basta forse a giustificare l’espressione "scrittura creativa"?

Si intende, con creativa, la diversità tra l’elencazione e la narrazione, la finzione, fino a qui i nostri quattro neuroni sono arrivati, ma ancora non capiamo perché sia necessario affiggere quell’ozioso supplemento alla parola scrittura. Scrittura e basta.

Scrittura narrativa, semmai. In fondo, la scrittura utilizza la creatività diventando narrazione, alchemica combinazione di parole e concetti. Si possono insegnare forse le tecniche, ma le tecniche non sono "creative".

Sì, sappiamo che Raymond Carver ha scritto un saggio nel cui titolo appare proprio questa espressione, scrittura creativa. Ma dissentiamo lo stesso.

Anche perchè le lezioni di Carver non sono come …le lezioni terribili di molti apprendisti scrittori che "insegnano" a scrivere un romanzo spillando quattrini ai poveri aspiranti narratori. E invece si è molto speculato su questo, abusando il termine, utilizzandolo per pretendere di insegnare…la creatività (anche la scrittura non si insegna, a nostro avviso. Solo il genio di Carver poteva farlo, ma di Carver ne nascono pochi, davvero pochi).

La creatività in fondo si aggira nei sobborghi della fantasia, quella che ha fatto sì che Pessoa, ad esempio, insieme alla registrazione dei quaderni contabili della struttura presso cui lavorava abbia scritto pure libri magnifici come Il libro dell’inquietudine. La creatività,  la fantasia non possono dare frutti senza la dimestichezza con il linguaggio, ovviamente.

Ma la scrittura, l’arte di scrivere appartengono al talento. Che può essere affinato, allenato. Ma non può essere studiato, nè tantomeno appreso.

Non ci sono ricettari magici per diventare scrittori, ad eccezione del consiglio di frequentare buone letture.

Scrittori creativi. Mah…

Se volete scrivere, scrivete. Senza preoccuparvi di fuorvianti e arbitrari suffissi. Con un’avvertenza: evitate la scrittura cretina. Quella sì, esiste davvero.