Francesca Pacini
Leggere e scrivere fanno bene alla salute. E non hanno effetti collaterali.

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(C)ACCA 24

 

 

Lo so, quando si tratta della lingua italiana divento rompiscatole.

Ma non sopporto proprio alcuni modi di dire "moderni".

Uno per tutti: il famigerato "h24".

Posso – con un grosso sforzo – tollerarlo nel ragazzetto con le chiappe di fuori e le mutande a strisce, la lingua bucata dal piercing e il cellulare ultima moda. Ma sentirlo pronunciare, come mi è successo, da una tizia della Protezione civile intervistata in  un talk show giornalistico, all’interno di un discorso serissimo e articolato…beh, mi sembra un po’ troppo.

Lei diceva "Lavoro h24". Io domando: "ma perché non dici "ventiquattro ore"? O "tutto il giorno e tutta la notte"? o "Sempre"?

Insomma, l’italiano le scelte ce la lascia. Accidenti, se ce le lascia.

Queste contrazioni del linguaggio vanno bene per un sms, una frase frettolosa scritta su Facebook, una ciarla su un blog…

Ma nel parlato proviamo a non farci corrompere dalla pigrizia.

Sembra che a parlare sia, che so, un replicante. O Hal 9000 (che nella sua ribellione usa invece un linguaggio articolato e certamente più "umano").

H24 è davvero brutto. Ha un suono metallico. Stride, nella fluidità di un discorso.

Purtroppo oggi le formule "mordi e fuggi" stanno invadendo il linguaggio.

Ma io continuo a ribellarmi.

E a coltivare le mie idiosincrasie.

Come quella relativa alle dita di chi ti sta parlando, i cui indici e medi improvvisamente si sollevano in aria per grattarne la superficie. Sì, mi riferisco alla famosa animazione del "tra virgolette".

Sembra che abbiamo i con i crampi alle mani…