La fame di televisione funesta il mondo contemporaneo.
Tutti che si agitano, sgomitano, di dimenano pur di una comparsata in tv.
In fondo, il ragazzotto sfigato con l’aria da segaiolo cronico, quello che fino a poco tempo fa compariva puntualmente dietro ogni intervistato nei servizi televisivi(fosse Rai o Canale 5 poco importava…"ndo cojo cojo", si dice nell’aulica Roma) facendo penare cameramen e giornalisti (a proposito, ma dove è finito?) rappresentava l’ansia da comparsa, il tarlo del video, lo sfogo purulento dello "sto-in- tv ergo sum".
Basta guardare le facce impostate della gente ogni volta che in strada passa una troupe…
"Guarda, c’è la televisione".
Nella cultura dell’apparire, l’esposizione mediatica diventa una febbre senza vaccino. Peccato. Già, peccato. Perché vedi la gente che si rimbambisce, che va a fare figure devastanti pur di vivere il brivido di una ripresa (come i poveri coglioni che, rifiutati dal Grande Fratello, vengono riciclati in tv nell’apposita trasmissione che mostra la feccia di tutti i provini).
E non ne possiamo più, noi, di pupe e secchioni, di dilettanti allo sbaraglio, di case e casini…
Prego, sorridi, sei in Televisione.
Minchia, ma allora "sono famoso".
E che farai, quando l’obiettivo si sarà spostato?
Mi sposto anche io e lo seguo, altrimenti scompaio.
E che sarà mai un’apparizione in tv?
Manco si trattasse della Madonna…
A proposito, ma lei avrà scelto per caso, nel farsi vedere "in pubblico", il suo profilo migliore?