Francesca Pacini
Leggere e scrivere fanno bene alla salute. E non hanno effetti collaterali.

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TESTA DI BAMBINO

 

 

Mio nipote Edoardo, Dede “per gli amici”, non fa che stupirci per la profondità dei suoi pensieri. Ha otto anni e come molti altri bambini ogni tanto sforna riflessioni improvvise che sembrano arrivare dalla bocca di un vecchio saggio.
Forse sono così, i bambini. Sono piccoli vecchi, come i nani di Biancaneve.
Non parlo dei bambini cantati da Povia, quelli che fanno Ooooooh!! che meraviglia che meraviglia insieme al verso dei piccioni.
Parlo dei bambini in carne e ossa, quelli che ci in-cantano ogni giorno.
Alcuni sono più fantasiosi, altri più logici. E tutti sembrano conoscere cose che noi non conosciamo, impegnati come siamo a stendere al sole come panni i nostri neuroni, dopo averli centrifugati per bene. Loro no, loro stanno lì e sparano proiettili di saggezza in modo così immediato e spontaneo da farti quasi paura. Sembrano ladri di conoscenza. Forse se la portano addosso, come polvere di stelle, dai cieli lontani che li hanno ospitati prima di nascere.. So che Odifreddi e la Hack si imbestialirebbero, ma me ne frego. Credo che siano anime scese sulla terra, i bambini. Anime giovani o vecchie, ferite o rinvigorite da secoli di conoscenza. Ma non mi va di parlare di metafisica e religione. So solo che per me hanno addosso l’odore degli angeli, quando nascono.
Poi, poi diventano anche piccole pesti che a volte schiacceresti volentieri. Eppure ascoltarli è sempre un’esperienza didattica, per me.
Dede, mio nipote, è un piccolo filosofo, e lo dico astraendomi dal pur legittimo orgoglio di zia.
Davvero, ha collezionato una serie di “imprese” logico- intellettive che lasciano la madre e la nonna a bocca aperta.
L’ultima è strepitosa. All’improvviso, l’altro giorno, si alza da tavola e dice:

Ma se Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri, poi doveva rubare a quei poveri che nel frattempo erano diventati ricchi e ridare tutto ai ricchi che ora erano poveri. Ma poi questi tornavano di nuovo ricchi…e quando finisce allora?

Beh, diavolo, ha ragione.
Io ero più romantica, da bambina. Pensavo alle farfalle come a fiori che volano, e altre immagini fantasiose. Lui invece ama la logica, alternando intuito e analisi.

Sono speciali, i bambini. Il problema è che tutti vogliamo essere “grandi” e forse abbiamo troppa fretta di crescere. Ma abbiamo l’occasione di imparare da loro.
Io so una cosa: non ho mai imparato così tanto come dai gatti e dai bambini.