La punteggiatura sembra "piccola" all’interno di un testo ma in realtà è potentissima. La forza non sta sempre nelle cose grandi…
No, non sono impazzita.
L’immagine e le parole sono tratte da alcune slide che sto preparando. Sempre prendendo spunto dalle lezioni (il bello è che i formatori, insegnando, sono i primi a formarsi perché trovano sempre nuovi stimoli e nuove idee), questi giorni sto riflettendo sull’importanza dell’immagine abbinata al testo.
Se la combinazione è felice si genera un’alchimia particolare. Come fare?
A mio avviso, la vera "magia" avviene quando l’accostamento è inusuale (un po’ come succede con gli aggettivi e i sostantivi). Come in questo caso. Yoda diventa il simbolo della forza che accompagna quei puntini meravigliosi che sostengono il ritmo di un testo.
Come lui, come il saggio Jedi, sembrano piccoli ma in realtà "la Forza in loro grande è".
Il matrimonio tra Yoda e la punteggiatura è, appunto, inusuale. Ci si sarebbe aspettato di trovare una sfilza di punti e di virgole, o, più audacemente, un uomo nerboruto. E invece bisogna spingersi ancora più in là, assecondando gli strampalati vagabondaggi della mente associativa.
Trovarci davanti a un’associazione inconsueta, che spiazza l’abitudine alla prevedibilità, genera una "rottura" nell’attenzione, un picco, un’allerta.
Cerchiamo modi originali per comunicare le nostre idee, i nostri contenuti.
Non si tratta di "epater le bourgeois" a tutti i costi (brutto vizio) ma di sforzarci negli accostamenti meno probabili e tuttavia sempre collegati attraverso i percorsi analogici.
Funziona sia con le parole (ne parleremo ancora) che con il loro abbinamento ai testi.
Come nei matrimoni, se si infilano sempre le pantofole e non ci si stupisce un po’, presto ci si annoia.
I rapporti fra parole, e fra parole e testi, seguono le stesse leggi delle nostre relazione umane. Se non ci stupiamo un po’, moriremo di noia. E un giorno "dimenticheremo"….