Ciao è secco. Ciao ciao appare – chissà perché – personale. Ciao-ciao-ciao è perfetto. Un microdcopico discorso che simula rimpianto, e suona come un bambino in una pozzanghera o un vecchio ballo (cha-cha-cha).
Alcuni appassionati hanno già introdotto una variante, cambiando l’ultima vocale. Ascoltate le conversazioni telefoniche – non è difficile, in Italia – e scoprirete il ciau-ciau-ciau: un piccolo ululato sociale, informale e confidenziale. Questa forma in u piace alle donne. Di solito sono giovani e semigiovani, informate, disinvolte e un po’ snob: annusano le nuove tendenze come il setter sente l’odore della lepre, e si lanciano all’inseguimento. Una giovane brillante collega, per esempio, ama "ciauciauciauare" il mondo, e si aspetta che il mondo risponda a tono. Ciauciauciau! biascica la direttore del giornale, lasciando intendere un’orgogliosa indipendenza. Ciauciauciau…sussurra agli amanti, rammentando un’insufficiente intimità.
(Beppe Severgnini – L’italiano. Lezioni semiserie)
Divertentissimo e veritiero, questo spaccato dell’Italia alle prese con il saluto più famoso del mondo.
Una persona che conosco salutava sciorinando una sfilza di Cia-cia-cia-cia-cia, ma il risultato più divertente è il suono con cui una mia carissima amica apriva e chiudeva le telefonate: "Sciauuuuu". Ancora più incredibile di ciauciauciau, se possibile. A volte quando salutiamo sembriamo dei cretini.
Specialmente al telefono, dove non ci si vede e allora il suon o diventa ancora più ilare o, al contrario, raccapricciante. C’è chi tira su la cornetta emettendo grugniti primordiali alitando un "Prontou" (con la o che precipita come un areo in picchiata). O c’è chi, originalissimo, risponde con un "Pronti!" Sì, partenza e via.
Sempre di moda il solito "Sì?", ecumenico, valido per tutte le stagioni. Che, quando sei un po’ scoglionato, diventa "Seeeee?"
In America il ciao, telefonico e non, diventa Hi (stessa pronuncia del nostro "ahi": gli americani, quando si fanno male, esclamano "auch!" per non…salutare il dolore)
Quando vivevo a San Diego, tantissimi anni fa, all’inizio ero un po’ turbata da quei saluti "doloranti" che tutti quelli che incontravo mi squittivano addosso. Poi ho capito che in California ti salutano tutti. Ma proprio tutti. Cammini e: hi! hi! hi! Hi!.
Roba da fare invidia a Mike Buongiorno e alla signora Longari (ricordate?).
Ma il ciao rimane il saluto più bello. E poi è universale, lo diciamo quando ci incontriamo e quando ci separiamo, a differenza di altre lingue che pongono dei distinguo.
Probabilmente perché non vogliamo fare fatica. E anche perché, in fondo, noi italiani siamo sempre un po’ furbacchioni: "Ciao", dice il solito marito alla moglie quando scende a prendere le sigarette…