Leggo sul web questo articolo di Federico Rampini, scrittore e giornalista che vive a NYC dopo aver vissuto e lavorato a lungo anche in Cina:
NEW YORK -Hollywood ha già pensato ad appropriarsi del mito dei Maya – il cui antico calendario collocava la fine del mondo nel nostro anno 2012 – dedicandogli di recente un kolossal di fantascienza dalle tinte ambientaliste. Ma un altro scenario apocalittico, sempre situato nel 2012, sta diventando l’ incubo di Wall Street. E’ l’ Armageddon del mercato obbligazionario, il Giudizio Universale dei junk-bond. A lanciare l’ allarme non sono le Cassandre di professione ma l’ agenzia di rating Moody’ s. Un suo esperto del mercato obbligazionario, Kevin Cassidy, ha avvertito di recente che «una valanga di titoli viene a scadenza nel 2012, e ci travolgerà se le aziende non si premuniscono in anticipo». E’ questa la vera spiegazione dietro l’ annuncio clamoroso lanciato dalla stessa Moody’ s lunedì scorso: la decisione di «avvicinare sostanzialmente» la revisione del rating Aaa sul debito sovrano delle nazioni più ricche d’ Occidente, inclusi Stati Uniti e Germania. Perché il 2012 è l’ anno di una convergenza micidiale: verranno a scadenza simultaneamente titoli di Stato, obbligazioni di aziende solide, e junkbond, per un volume complessivo che sarà quasi otto volte superiore a quello che i mercati assorbono quest’ anno. Solo il Tesoro Usa nel 2012 dovrà emettere titoli di Stato per quasi 2.000 miliardi, per finanziare il fabbisogno corrente e ri-finanziare debito venuto a scadenza. A questo verrà ad aggiungersi la valanga delle obbligazioni private in scadenza. Una quantità senza precedenti, tutta concentrata a partire dal 2012. Per capire il salto di dimensione: nel corso del 2010 in America vengono a scadere junk-bond per un valore di 21 miliardi di dollari, che quindi devono essere rimborsati dalle società emittenti, oppure rifinanziati sul mercato. Nel 2012 invecei junk-bond in scadenza balzeranno di colpo a quota 155 miliardi. E da quell’ anno in poi sarà peggio: 212 miliardi nel 2013, infine 338 miliardi nel 2014. Perché l’ Apocalisse dei bond è scadenzata proprio a partire dal fatidico 2012? La ragione è scritta nella storia dell’ ultima crisi finanziaria. I mercati cominciarono a subire i sussulti della paura nella seconda metà del 2007, e finirono nel collasso totale durante il 2008. Fino all’ inizio del 2007 il mondo navigava ancora nell’ ottimismo, il denaro facile era la regola. Perciò risalgono a tre anni fa le ultime maxiemissioni di junk-bond con cui vennero finanziate molte acquisizioni, in particolare da parte delle società di private equity. Tipicamente quelle emissioni obbligazionarie ad alto rendimento avevano una durata compresa fra i cinque e i sette anni. Ecco perché la resa dei conti arriverà a partire dal 2012, quando verranno a maturazione le prime ondate di junk-bond che risalgono all’ èra pre-crisi. Ad esse si aggiungono tante emissioni di obbligazioni che venivano a scadenza nel 2009 e 2010, ma sono state ristrutturate con un prolungamento di vita. Ora il mercato del credito sta tornando alla normalità, si è diradata la paura dell’ ultimo biennio. Questo non significa però che gli investitori siano pronti ad assorbire la “tempesta perfetta” che si formerà quando arriveranno a scadenza tutte assieme quelle ondate di obbligazioni. Alcuni esempi di junk-bond americani che risalgono agli anni dell’ abbondanza, sono significativi. Solo per l’ acquisto del gruppo ospedaliero Hca, nel 2006 le società di private equity Bain Capital e Kohlberg Kravis & Roberts (Kkr) spesero 33 miliardi di dollari: di questi 13,3 miliardi furono reperiti con maxi-emissioni di junk-bond che verranno tutte a scadenza tra il 2012 e il 2014. Un’ altra acquisizione da parte di Kkr fu quella della società energetica texana Txu: in questo caso i junk-bond da rifinanziare a partire dal 2012 sono addirittura 20,9 miliardi. Un’ altra celebre acquisizione compiuta negli ultimi bagliori di opulenza fu quella del colosso immobiliare Realogy, finito sotto il controllo della società di private equity Apollo nella primavera 2007, cioè alla vigilia del tracollo del mercato della casa. Come sempre accade nel private equity, l’ effetto-leva dell’ indebitamento è poderoso e si scarica sulla stessa società acquisita: la Realogy oggi deve rimborsare almeno 8 dollari di debiti per ogni dollaro di ricavi. L’ unico modo per prevenire l’ Apocalisse, cioè un’ ondata di fallimenti e insolvenze aziendali, è cominciare subito a ri-finanziarsi, in modo da avere un cuscinetto di protezione quando i mercati si troveranno di fronte alla “Grande Muraglia” delle scadenze nel 2012. Ma anche le aziende più caute e lungimiranti si trovano di fronte a un altro problema: la concorrenza degli Stati sovrani. Perché in simultanea con i junkbond e le altre obbligazioni, anche per i titoli di Stato si avvicina la resa dei conti: attorno al 2012 si concentrano rimborsi relativi ai deficit pubblici accumulati per i salvataggi bancari e le manovre antirecessione. E’ il caso del Tesoro Usa: anche senza ulteriori buchi nel bilancio pubblico, Washington sa già che dovrà reperire sui mercati 1.800 miliardi nel 2012, e altri 1.400 ogni anno nel biennio successivo.
Beh, molto, molto interessante. Ci aspettiamo una fine del mondo proveniente da Ufo, meteoriti, oppure maree e terremoti. E invece la fine del mondo è, se vogliamo, molto più banale. Finisce il sistema finanziario sul quale si è eretta, e sta decandendo, la nostra civiltà.
Scenari meno fantasiosi, suggestivi, eppure, a pensarci bene, molto più realisti e drammaticamente “veri”. Perchè se è vero che ogni cosa è anche un simbolo, non c’è nulla di più apocalittico del crollo definitivo della finanza. Che, davanti a drammi spaventosi, ha sempre trovato il modo di reinventarsi, con le sue banche determinate e aggressive. Ma se il dramma implode dall’interno, c’è poco da fare. Lo abbiamo già visto negli ultimi anni. Nulla può colpire al cuore di un sistema più…del cuore stesso.
E poi si sa, gli dèi hanno il senso dell’umorismo. Un umorismo noir, grottesco, certo. Ma che, in questo caso, funzionerebbe benissimo.