Scrivere il curriculum
Cos’è necessario?
É necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto,
il curriculum dovrebbe essere breve.
É d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e ricordi incerti in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onoreficenze senza motivazione.
Scrivi cone se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvol su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio scoperto.
É la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.
(Szymborska, Gente sul ponte)
Come sempre, la poesia della Szymborska è lapidaria, ironica, graffiante.
Anzi, non dovremmo neanche chiamarla "poesia" dato che nel nostro immaginario a questo genere solitamente associamo intimismi, echi romantici, atmosfere impalpabili.
Più vicina alla prosa, l’opera della poetessa polacca si distingue per le sue incursioni nel mondo moderno, perlustrato in modo sagace e restituito, attraverso la sua penna che detesta convenienze e inchini al sistema, di qualunque natura sia, in una produzione artistica che non trattiene mai una vis polemica nei confronti di un mondo viziato dalla forma che corrompe – spesso e volentieri – i contenuti.
Ha ragione, la Szymborska, nel mettere a fuoco la burocratizzazione di un mondo che all’essere umano preferisce i distintivi, le "specializzazioni".
C’è una sola, importante specializzazione verso la quale dovremmo aspirare. Ed è quella di diventare "esseri umani di valore".
Con più cuore. E meno carta.