Ci sono giorni in cui penso che questa terra forse non sarà più.
Accade spesso verso le soglie della primavera, quando nuova vita si affaccia alla vita.
E penso che mentre programmiamo le nostre vacanze, bravi bravi, tutti contenti, uno spicchio di ghiaccio si stacca per sempre. E penso che il sole irradia minacce. E che gli uccelli si smarriscono nelle loro sempre più fragili migrazioni.
Mi chiedo cosa possiamo e dobbiamo fare.
Poco, forse. O nulla.
Ma ciò che conta è l’averci provato.
Negli occhi piccini e golosi di vita del mio nipotino vedo riflessa una nuvola scura.
Vorrei soffiarla via, quella nuvola, vorrei essere vento e sgombrare il suo cielo acerbo, solcato da mille promesse, scortato dai giardini belli delle infanzie gloriose.
E mi chiedo quale infanzia, fra un secolo, sarà riservata ai figli dei figli.
Questa terra che muore si porta via un pezzetto di noi.
Ogni giorno.