Oggi sono inseguita dalle parole. Parole arruffate, libere, scapestrate.
E penso, di nuovo e sempre, alla magia dell’ispirazione, a quel momento – solo quello – in cui fluiscono nella mente diffondendosi in ogni dove, percorrendo le arterie come sangue, come linfa vitale, per poi annidarsi sulle labbra silenziose che le traghettano in porto per mezzo di un gesto. Ieri era la mano che scorreva sulla carta impugnando la penna, oggi il click di una tastiera.
Per alcuni scrivere è più facile che parlare. Si tratta di un gesto che raduna pensieri, come fa una nube con la pioggia prima che cada.
Eccole, le parole, vestite un tempo di inchiostri.
Il computer smarrisce la magia calligrafica che incanta con i suoi segni. Ci penso spesso ma come tutti non riesco più a farne a meno. Velocità e comodità si insediano come un vizio scomodo.
Difficile liberarsene.
E allora proseguo, il dito si appoggia sulla tastiera, preme formando frasi mentre il tempo fluido di questo pomeriggio di fine settembre si arresta sulla soglia della sera.