La Pietà è già dentro il blocco di marmo. A me spetta solo il compito di eliminare il superfluo.
(Michelangelo)
Mi ha sempre colpito molto, Michelangelo. Per il suo genio, la sua "follia", la sua capacità di far vivere il marmo estraendone l’anima.
Per il suo gesto che dà vita a ciò che vita non aveva, rendendo pulsanti quelle forme che affiorano come se fossero lì da sempre.
Come se il marmo le avesse solo occultate, come accade con una lapide, con una cella segreta.
So di fare un paragone "profano", ma uso spesso – nel mio lavoro – questa frase e questa immagine.
Lo faccio quando devo spiegare come da un foglio bianco si possa tirare fuori "l’anima" attraverso un gesto davvero creativo che cerca le "giuste parole", quelle che ci attendono e aspettano di essere portate nel mondo visibile.
Non sarà mai raggiungibile, il livello eccelso di Michelangelo. Ma almeno è un’ indicazione, una strada per farci capire cosa significhi trovare l’essenza.
Sembra davvero che quella Madonna, insieme a suo figlio, sia stata da sempre in quel blocco di marmo da sempre. Erano lì, in attesa.
In attesa di quel gesto magico.
C’è sempre magia, nella creazione…