Francesca Pacini
Leggere e scrivere fanno bene alla salute. E non hanno effetti collaterali.

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IL RITO DELLA COCCINELLA

 

 

Questa mattina ho visto, davanti al portono d’ingresso del palazzo in cui abito, la prima coccinella della stagione. Calpestata da un paio di scarpe assassine, ahimé.

Si sa, la primavera risveglia memorie che fioriscono improvvise. A me è tornato in mente, il mio rapporto infantile con questo animaletto che mi ha sempre affascinato. Quando ero piccola impazzivo per le coccinelle. I prati di Senigallia le ospitavano con generosità: ogni foglia si macchiava di rosso spruzzando  qua e là una miriade di isole cromatiche che ti mettevano allegria. Tanta bellezza non poteva rimanere così. La volevo per me, per il bel terrazzone dei miei. Così, armata di una scatola di cartone, le raccoglievo con pazienza e rigore, una ad una, come tante piccole perle. Le infilavo nella scatola e, quando raggiungevo un volume decente, me le portavo in casa e inziavo a collocare sui rami e sulle foglie delle piante domestiche. Sì insomma, ero una sorta di architetto di coccinelle, una paesaggista entomologica (e monotematica). Le sistemavo tutte addobbando la vegetazione del terrazzo che finiva per risultare più "gonfio" di un albero di Natale.

Ammiravo la mia opera, novella artefice delle creazioni fauno-vegetali, e mi allontanavo tutta contenta. Per scoprire coi, con sommo dispiacere, che le coccinelle erano nomadi, non stanziali: si spostavano in continuazione, fino  volare via del tutto, verso altri cieli e altri terrazzi. Della mia "opera" non restava nulla.

Ma io, testona come sempre, ricominciavo.

E oggi ho capito quello che allora non potevo capire: la bellezza non è né " mia" né "tua" né "nostra" né "loro". E’. Semplicemente. E non possiamo prenderla, possederla, sistemarla come e dove vogliamo. E’ libera, felicemente "selvaggia". Non si addomestica né si imprigiona.

Io volevo possedere le coccinelle, che dovevano stare in ordine (il mio ordine, non il loro) in terrazzo e farsi ammirare, sollazzando i miei sensi infantili.

Per fortuna loro volavano via.

Troppo spesso, nella vita, sistemiamo le coccinelle dove ci pare. Ma – grazie a Dio – restiamo a bocca asciutta.

A volte, tra l’altro, crediamo di possedere le coccinelle. E invece si tratta di scarafaggi…