Francesca Pacini
Leggere e scrivere fanno bene alla salute. E non hanno effetti collaterali.

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MODERNE INQUISIZIONI

MODERNE INQUISIZIONI

7 dicembre, 2006 (10:19) | linguaggi e scritture | By: fpacini

 

 


 

 

Il processo del secolo.

Il popolo degli Stati Uniti d’America contro l’orsetto Winkie

 


Il giudice prese posto e guardò grave l’orsacchiotto.

- Signor Winkie, – disse austero, – è accusato dei seguenti crimini -.  A capo di ogni imputazione batteva il martelletto.

Terrorismo.

Crack.

-Tradimento.

Crack.

-Cospirazione per rovesciare l’esercito degli Stati Uniti.

Crack.

-Aver fornito sostegno a un’organizzazione terroristica straniera.

Crack!

-Possesso di componenti da cui si può facilmente assemblare un ordigno distruttivo come una bomba.

Crack!

-Centoventiquattro accuse di tentato omicidio.

Crack!

Crack, crack, crack eccetera.

 

(Clifford Chase, Winkie)

 


 

 

Geniale, bizzarro, struggente, il romanzo di Chase, uscito nel mese di Novembre per i tipi di Einaudi Stile Libero, è un libro bellissimo.

Racconta la storia di Winkie, un orsetto che all’improvviso si anima, prende vita, per ritrovarsi in un mondo feroce, ottuso, reso stupido dalla paura.

Quei trenta centimetri di pelo vengono imprigionati, interrogati, trascinati in tribunale in una modernissima caccia alle streghe in cui la strega è lui, Winkie. Scambiato dapprima per una femmina (la signorina Winkie), ricucito dalle mani pazienti di una donna delle pulizie che nella sua permanenza in ospedale, dopo la cattura, si rivela l’unica ad aver capito che si tratta solo di un povero, innocente orsetto di pelouche. "Nei giorni seguenti Winkie cominciò a stare meglio. Non perdeva più imbottitura. Sedeva sul letto e guardava la televisione. Quando un dottore di gran fama notò la cucitura rosa, disse ai suoi tirocinanti: – Sembra che l’operazione sia andata bene.".

Insomma, la storia ironica ma allo stesso tempo drammatica di Winkie diverte, turba, commuove.

Come quando Winkie rivive i periodi in cui era un orsetto felice, amato e coccolato da Ruth e in seguito, con il passare degli anni, dai suoi stessi figli. Tuttavia la vita di un orsetto è molto triste: a un certo punto viene abbandonato perché si diventa grandi. O perchè i bambini sono anche volubili, sadici, a volte feroci.

Nel disperato bisogno d’amore di Winkie, che vuole solo essere preso in baccio e premuto stretto stretto contro il petto, è racchiusa la metafora del bisogno profondo di ognuno di noi.

Tutta la storia di Winkie è una metafora.

Questa vicenda fiabesca, inquietante, solleva volutamente un quesito sull’arroganza dell’uomo, sulla sua cecità davanti al "diverso" ritenuto una minaccia alla norma codificata., estesa a giudizio universale. 

Già, perchè è difficile non leggere nel romanzo anche una satira sulla in-giustizia americana, sui mezzi sommari,  perfino stupidi, con cui si affronta la guerra al terrorismo.

I giudici, i poliziotti e i  carcerieri di Winkie sembrano una massa di deficienti allarmati da un pupazzetto di pelouche alle prese con i suoi sentimenti e i suoi dilemmi morali.

Ma è un sorriso amaro, quello che sboccia dalla lettura di queste pagine. Perchè l’estremizzazione grottesca di questa storia straordinaria – che raggiunge le vette del fantastico  ma le cui radici sono saldamente affondate sulla terra – è un invito cocente, senza vie di fuga, alla riflessione.

Il povero, commovente Winkie diventa il capro espiatorio delle paure di tutti.

Forse, se imparassimo a guardare meglio con gli occhi del cuore e non con quelli dei nostri fantasmi, scopriremmo tutti gli orsetti Winkie (nella nostra vita e più in generale nel mondo)  che non siamo riusciti ad abbracciare.

O che, magari, abbiamo addirittura vestito con gli abiti minacciosi delle nostre paure.

Il romanzo di Chase è difficile da dimenticare.

In un natale spendi-spendi come al solito pieno di panettoni e lenticchie, la storia di Winkie può forse rendere questo evento meno superficiale.