Emile Cioran
Più ancora che lo stile, è il ritmo stesso della nostra vita che è fondato sull’onorabilità della rivolta.
Poiché siamo restii ad ammettere l’identità universale, poniamo l’individuazione, l’eterogeneità come fenomeno primordiale.
Ora, ribellarsi significa postulare questa eterogeneità. significa concepirla in un certo modo comed anteriore all’avvento degli esseri e degli oggetti. Se io oppongo l’Unità, sola veridica, alla molteplicità, inevitabilmente menzognera, se, in altri termini, assimilo l’altro a un fantasma, la mia rivolta si svuoterà di senso, la rivolta che per esistere deve partire dalla irriducibilità degli individui, dalla loro condizione di monadi, di essenze circoscritte.
Ogni atto istituisce e riabilita la pluralità, e conferendo realtà e autonomia alla persona riconosce implicitamente la degradazione, il frantumarsi dell’assoluto.
La filosofia moderna, instaurando la superstizione dell’Io, ne ha fatto la molla dei nostri drammi e il perno delle nostre inquietudini.
A nulla serve rimpiangere il riposo nell’indistinzione, il sogno neutro dell’esistenza senza qualità; ci siamo voluti soggetti, e ogni soggetto è rottura con la quiete dell’Unità.
(E.M.Cioran, La tentazione di esistere)