No ai linguaggi inamidati…
…sì alla creatività.
Chissà perché, quando parlo di linguaggio uso spesso paragoni che hanno a che fare con l’abbigliamento. Forse perché le parole sono come un abito: vanno cucite addosso a quanto vogliamo comunicare. Danno una forma e un colore preciso.
In fondo chi lavora con le parole è un po’ come un sarto.
E’ bello cercare le parole "su misura".
Bisogna stare attenti a non cadere nei linguaggi omologati, noiosi, che ci circondano, accerchiandoci con quei fastidiosi modi di dire sempre uguali. E spesso "inamidati", privi di quel delizioso, anarchico svolazzare di pieghe.
Cercare di usare parole diverse per dire le cose. Ecco, questo è un esercizio molto stimolante.
Troppo spesso i vizi del nostro modo di usare il linguaggio mettono le pantofole all’espressività, le tolgono fiato e vigore.
Insomma, se vogliamo fare i sarti dobbiamo imparare le misure diverse, e specifiche, di ogni forma.
Ma il mondo artigiano sta scomparendo. E questo mondo non ha a che fare solo con il lavoro manuale. Riguarda anche il nostro modo di pensare e di scrivere…