Francesca Pacini
Leggere e scrivere fanno bene alla salute. E non hanno effetti collaterali.

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LETTORI DEL NOSTRO SECOLO

 

 

 

Provate a cercare su Google le immagini correlate alla parola "lettore". Usciranno, insieme a qualche sporadica foto di qualche signore con un libro o un giornale, una miriade di immagini tecnologiche sui vari lettori digitali.  

Apre la rassegna una scarpa con lettore incorporato.

Cercavo immagini da collegare a un testo che stavo preparando sulla lettura e sulla scrittura.

E invece mi sono trovata a navigare nelle nuove tecnologie.

Un’esperienza che mi ha fatto riflettere su come cambiano i significati delle parole. Su come cambiano i contesti a cui queste parole rimandano. Senza scomodare la linguistica con specifici riferimenti ai vari "significati" e "significanti", preferisco osservare – semplicemente – come la nostra società sia cambiata radicalmente passando da un "fare" umano (come leggere libri, appunto) a un "fare" meccanico, tecnologico (come leggere Mp3 addirittura infilandoseli in una scarpa).

Il lettore, oggi, per le immagini di Google è principalmente il mezzo metallico con cui ascoltiamo musica e altro, non siamo più noi che vediamo  parole.

Curioso, no?

Beh, a me manca il sapore tradizionale, quello dei quadri bellissimi che ritraevano uomini e donne con il loro amato libro sul sofa del salotto (come nel quadro di Fragonard)

Mi manca e penso, con sconcerto, che una società mediatica, mediata, perde il gusto del contatto con la fisicità delle cose, legate a una materia – come la carta – che per fortuna si sgualcisce, sipiega e soprattutto…odora. Non a caso il nostro olfatto è sempre più fragile, assediato da odori artificiali che sembrano "puzze" perfino quando profumano (vi capita mai di nausearvi al passaggio di qualche signora particolarmente "odorosa"che vi mozza il respiro con la sua scia violenta e nauseabonda? a me capita spesso).

Intendiamoci: io lavoro con le nuove tecnologie. Uso internet, collaboro con i siti, faccio una rivista on line e scrivo anche su questo blog. Ma  ne conosco i limiti e i pericoli e cerco il famoso "giusto mezzo", integrandolo a faccende più tradizionali. Come i libri, appunto.

Ma i lettori, oggi, sono davvero identificabili – nel significato immediato che diamo alla parola – con gli aggeggi che usiamo per scaricare e ascoltare la nostra musica?

Per Google, sì. E Google è specchio e riflesso della società.

Buffo: se digitiamo la parola "lettrice" escono invece solo figure di donne che, appunto, leggono.

Di fatto, nella nostra cultura, le donne sono le vere lettrici forti. Ancora non sono…lettrici MP3.

Comunque, alla fine ho trovato le mie immagini in mezzo alla selva di proposte tecnologiche.

Ma la prima foto che ho trovato mi ha colpito.

Cercavo la parola "lettore", che relaziono solitamente anche con il pensiero (si legge,  si riflette, si stimola, appunto, l’intelletto).

E invece mi trovo con una scarpa.

Una scarpa al posto della testa.

Come a suggerire: oggi pensiamo con i piedi.