Stamani, sfogliando Epolis, mi sono imbattuta in un buffo nelogismo: "screttori". Cioè, lettori e scrittori.

Nell’articolo – umoristico – si parlava di internet e di come questo mezzo abbia portato tutti a scrivere e leggere di più.

Quanto allo scrivere di più, sono d’accordo. Sul leggere di più nutro qualche perplessità. Sicuramente leggiamo di più, non so se leggiamo… "meglio".

La quantità non corrisponde alla qualità. Mai.

E la qualità delle letture oggi rischia di crollare davanti a una bulimia informativa ( e non solo) che ci fa saltellare qua e là, come cavallette impazzite.

Certo è che oggi scriviamo tutti di più. Per la facilità di un click, di un intervento su un social network, dell’aperura di un blog, dell’invio di una email..

Quanta fatica, una volta, scrivere in "bella copia" la nostra brava lettera da spedire (io personalmente non l’ho mai fatto. Le mie lettere sembravano delle macchie di Rorschach ma non sono mai riuscita a fare due copie, la "brutta" e la "bella". Colpa del mio ozio calligrafico.

Oggi invece il mouse, la tastiera e il web ci aiutano con rapidità e facilità.

E tuttavia dobbiamo stare attenti alla superficialità, alla frenesia del "dire" qualcosa a tutti i costi.

Come accade in Facebook, che sta spopolando. Ma leggere o scrivere frasi come "Pinca Palla" si sta facendo un bagno profumato oppure "Ginetto" sente il bisogno di prendere un po’ d’aria e poi va a letto" fa di noi bravi screttori? Bah.

Meglio stare zitti, a volte. E guardarsi un bel film…